Ponte dell’immacolata. L’unico treno disponibile che mi riporta a Trieste parte alle 7.35. Mi sveglio tardissimo nel buio pesto, infilo me stessa in un paio di jeans e in un maglione infeltrito. Dopo dieci minuti mi butto in strada con il mio trolley e come una talpa appena uscita dal cunicolo cerco una macchina-taxi. Ma perché non sono tutte gialle anche da noi?
“Ehiii!”
“Ehiiiiiiii!”
“Buongiorno!”
“Buongiorno stazione per piacere”
“…”
“…”
“Freddino eh?”
“…”
“Non male…”
“…”
“…”
“E dove mi va questa bella signorina?”
“Torna a Trieste”
“…”
“…”
“…”
“E ci trova il fidanzato a Trieste?”
“No”
“…”
“…”
“Single?”
“Mah? ma scusi? possiamo accelerare un po’?”
“…”
“Sì, lei è single… ma da pochi mesi secondo me… si eh??? da pochi mesi … vabbè adesso si rimette in pista… una come lei! si figuri!… ahhh avere di nuovo vent’anni… beata gioventù…”
“…”
“…”
“Senta e com’era lui… dico… quando stavate insieme… la faceva sentire donna?… o forse è per questo che lo ha lasciato?! è per questo eh?”
“…”
“…”
“Scusi lei fa sempre tutte queste domande? Sono le cinque del mattino e non ho ancora bevuto un caffè… non le pare di essere leggermente invasivo…? poteva pure prenderlo quell’arancione…”
“A quest’ora le persone sono ancora poco lucide… e quindi rispondono a tutte le mie domande con sincerità.. davvero ne! è una cosa pazzesca… non s’immagina… se io adesso le facessi una domanda terribilmente sconcia adesso… adesso Lei mi risponderebbe…”
“È verde…”
“Ad esempio lei per me è una selvaggia in quel senso…”
“…”
“Scusi ce la facciamo ad arrivare in stazione entro dieci minuti? Non vorrei perdere il treno…”
“Valà che l’è così … finta timida!… comunque è vero eh, lì a Trieste le donne… gran bella razza…”
“…”
“…”
“…”
“Era milanese?’
“Che strada sta facendo? di solito ci metto pochissimo in taxi…!”
“Era milanese o no?”
“Ma chi?’
“Quello con cui si è lasciata..’
“No, non era milanese’
“Ha tagliato lei vero? Si vede lei è una che taglia…”
“Ma cosa sta dicendo… possiamo accellerare per cortesia…”
“Valà che è così… sa quanta gente che ne vedo… Inquadro subito”
“Mi inquadra la strada per piacere!”
“Dai bambina, in tre minuti sei in stazione…”
“…???”
“Eh non devi essere una facile tu… no no no no…”
Vedo la stazione in lontananza, come un miraggio.
“Ahhh grazieeee… quant’è?!”
“Aspetti che accostoooo, ecco qui, sono dodici e cinquanta…’
“Tenga. Arrivederci…’
“Arrivederci! Spero di rivederla… magari alle tre del pomeriggio che anch’io sono più lucido e soprattutto più pronto!!! … ci facciamo un bel giretto!”
“Eh??”
Microclisma: Prendere un taxi non si può definire cosa banale. E’ pur sempre salire in un abitacolo che viaggia a 50 chilometri orari con un perfetto sconosciuto.
Aveva un cappellino con frontino, e una coda di capelli bianchi raccolti in un elastico di spugna.
take a ride, baby! 😀
…certi tassisti milanesi sono terribili!! l’anno scorso, per andare da Buenos Aires (hotel Galles) a casa di amici in via Archimede, il tipo è riuscito a seguire un’intera puntata del quiz di Jerry Scotti alla tv installata sul cruscotto.. :-((( ‘sto serafico stronzo beccava anche i rossi del giorno dopo… il taxi pareva una roulotte. per me, li dentro ci dormiva etc. etc…
La tv sul cruscotto? Ma poi Jerry Scotti? Io l’avrei bastonato. Ma rispondeva anche alle domande a voce alta mentre guidava?
grazie al cielo almeno taceva… la tv sul cruscotto era inquietante, roba da sequestro del mezzo.
mi sembrava di essere in un film di Pozzetto anni ’80. aveva il taxi pieno di TUTTO!!! dai cornetti rossi appesi, a due o tre baracchini (CB) con tanto di microfoni che scendevano dalla tappezzeria del’abitacolo, orologi radiocontrollati, cellulari… sicuramente sarà stato anche armato fino ai denti… un paranoico??
Comunque io sotto sotto spero sempre che parlino… perché se rimangono silenziosi mi spaventano ancora di più! … e me li vedo che prendono l’autostrada mentre io comincio a urlare “dove sta andando? si fermi! voglio scendeereeee!”
certo che i guantini senza dita e pure borchiati… :-)))
A me una volta, tipo alle 3 del mattino, il tassista non aveva da cambiarmi 50mila lire (ebbene sì, quando vivevo a Milano c’era ancora la lira) e mi ha costretta a fare con lui il giro di tutte le edicole notturne per cambiare i soldi. Alla fine ho pagato come se avessi fatto 150 chilometri.
Dovresti scrivere un libro solo sui tassisti, altroché.
Ci sto pensando. Poi dovrei dedicare un post alla taxista donna lasciata dal marito che si è comprata la licenza… lei insieme alle tre figlie femmine…. che si turnano nel corso della giornata sul medesimo taxi.
Adesso che me l’hai descritto so che potrei sceglierne solo uno calvo e di altra etnia…
Aveva anche dei guanti senza dita borchiati neri con i quali teneva virilmente il volante.
io una volta a londra me ne sono beccata uno afghano che odiava gli occidentali, mi sono cagata in mano. Fortuna che ho tirato fuori dal cilindro le tre figlie, e lui ha avuto pietà…Poi gli ho dato ragione, con il mio inglese maccheronico: “Oh yes, english people are very selfish”