Oggi, in un tratto di strada relativamente breve (diciamo dal parcheggio della Stazione di Trieste alla stazione centrale di Trieste), mentre marciavo verso il treno con il mio trolley, mi hanno sorriso ben tre sconosciuti, uno dietro l’altro proprio.
Camminavano sul marciapiede, nella direzione opposta alla mia; hanno alzato lo sguardo, si sono voltati leggermente verso di me e mi hanno sorriso. In queste situazioni in cui uno mi sorride senza ragione apparente, io ricambio sempre il gesto, anche perchè così vogliono i miei neuroni a specchio.
In realtà però razionalmente oggi mi sono chiesta perché.
Che cos’è che ha spinto queste tre persone al sorriso? mi sono guardata un attimo e ho fatto delle ipotesi…
La compassione
“Guarda sta povera ragazza con trolley tutta sudata che sgambetta verso la stazione… Chissà che vita che deve avere… le sorrido così un pò la rincuoro”
La pena
“Tesoro ma ti vedi come stai? non si può ridursi in questa maniera.. (sorriso)… vedrai che ce la fai su… coraggio con quel tuo trolley…”
Autentica simpatia
“Che viso simpatico che ha questa… mi vien da sorriderle… non resisto…”
L’espressione di un monologo interiore
“Scusi, oggi ho un tale buonumore che devo sorridere a tutti e soprattutto a lei che parte col suo trolley a vedere chissà che luoghi straordinari…”
Bisogno di scambio
“Sorrido a questa che passa semplicemente perchè ho bisogno che qualcuno oggi mi ricambi un sorriso. Sì, non mi sento abbastanza amato”
OPPURE
Tutto un grande equivoco
Per esempio qualcuno che sta pensando alla sua nipotina che gattona e sorride tra sè e sè di tenerezza e in quel momento passo io col mio trolley e penso che sia rivolto a me.
Ho preso anche in considerazione l’ipotesi che siano veramente tutti matti ormai, per cui ti sorridono perchè sorridono e basta, perchè succede e non c’è una spiegazione.
Oppure vedo io un sorriso che in realtà non esiste, perché in quel momento ho bisogno che qualcuno mi sorrida.
O forse il sorriso era destinato a qualcuno dietro di me che non sono riuscita a captare con lo sguardo.
Forse è la noia. L’isteria. Un momento di ilare spaesamento. O la memoria istantanea di un ricordo carino…
Microclisma: Quanto sarebbe poeticamente sconcertante se ognuno di noi si fermasse ogni volta. Fermasse quel passante e gli dicesse, così, semplicemente, scusi ma perchè lei mi ha sorriso?
Qui sulla sinistra, la tipica espressione “sorriso del passante”.
bhè, a giudicare dalla foto che hai usato per esprimere il tipico sorriso del passante si direbbe che la cosa non ti ha fatto molto piacere.
Penso sarebbe bello succedesse più spesso.
Oggi credo succeda spesso solo sui treni 1° classe supereurostar e sugli aeroplani, ma è un altro tipo di sorriso.
“perchè dovrei sorridere gratis?” ha detto una mia amica
Il microclisma mi ha fatto venire in mente una cosa che odio di Milano: la gente che cammina a testa bassa.
Da noi si gira sempre a testa alta. Non per ostentare sicurezza o altro, ma per riconoscere qualcuno, per incrociare uno sguardo, per godere di un sorriso.
Qua sembrano tutti in cerca di monetine.
Quando vivevo a Milano, il mio pensiero più ricorrente era: che cazzo avrai da sorridere, non so.