Mia sorella ha nove anni. L’altro giorno mi trovo a trattare con lei il capitolo aggettivi indefiniti. Non avrei mai pensato che una cosa così banale come gli “esercizietti” della scuola elementare potessero essere tanto illuminanti.
Scrivi sul quaderno delle brevi frasi con i seguenti aggettivi indefiniti:
molti – tante – diversi – parecchie
“Allora… comincia con molti… dai…”
Lei alza lo sguardo. Scruta intorno a sé e poi osserva attentamente il TAVOLO DA PRANZO.
“Mmmh… sul tavolo…”
“Siiii…”
“…ci sono… “
“Okay”
“Molti vasi da fiori!”
“Bene! “
Scrive, e mi guarda in cerca di approvazione.
“Adesso un pensierino con tante…”
Affonda una mano nella guancia e guarda L’ASTUCCIO.
“uff… nella mia cartella…”
“…molto bene…”
“…ci sono… “
“benissimo…”
“tante matite!”
“Esatto!”
Scrive, poi mi guarda, poi torna a scrivere, poi mi guarda di nuovo.
“Adesso invece con diversi….”
Guarda fuori dalla FINESTRA.
“Nel mio cortile…”
“Nel mio cortile…”
“Scrivo?”
“Scrivi sì!”
“…ci sono… diversi gatti!”
“Giusto!”
Un po’ interdetta mi guarda.
“Ma va bene?”
“Sì, va bene… un po’ ripetitivi forse ma bene…”
“Faccio un altro? Cambio?”
“No va bene, però adesso proviamo ad essere più originali okay?!”
“mmhhh…okay”
“dai… è l’ultimo… parecchie…”
Si gratta la testa con la matita, alza lo sguardo verso la TELEVISIONE.
“Berlusconi…”
“eh!?”
“Berlusconi. Non sai chi è Berlusconi?!?”
“?”
…E comincia a scrivere in piena autonomia… spedita proprio… senza cercare alcun consenso-approvazione da parte mia…
“… ha parecchie amichette!”
“…..?”
“Non va bene?”
“… No… sì… va bene…”
“E’ originale no?”
“….Originale sì…”
“Berlusconi maiuscolo?”
“Maiuscolo”
“Ah… non so proprio come mi è venuto in mente sta cosa…”
Microclisma: Non auguro a nessuno di vedere il nome di Berlusconi scritto in calligrafia infantile su un quaderno quadrettato con cornicetta a lato; galleggiava vicino ad una nuvoletta blu pastello tanto per capirci. Solo questo sottopongo alla Vostra cortese attenzione: le amichette di Berlusconi figurano nella sua testolina come una verità-realtà tanto quanto il vaso sul tavolo, i gatti nel cortile o le matite nell’astuccio. Che dire: TANTA, PARECCHIA tristezza! E so che manca il verbo.
“Le amichette di Berlusconi figurano nella sua testolina come una verità-realtà tanto quanto il vaso sul tavolo, i gatti nel cortile o le matite nell’astuccio”.
Questa frase conferma (e, se possibile, supera) le conclusioni cui, non molto tempo fa, un mio caro amico ed io eravamo arrivati: il VERO problema sarà il dopo- Berlusconi.
Avevamo ipotizzato che ci sarebbe voluto un ventennio, per riprenderci dal berlusconismo, ma dopo questo aneddoto, mi domando se vent’anni non siano troppo pochi.
Ho scritto questo post perché inorridisco davanti alla corruzione del mondo infantile. Se ne parla poco, ma la stanchezza e la noia per l’attuale situazione “politica” (…c’è ancora un concetto di polis?), è arrivata fino a loro. Mi chiedo cosa manca adesso?
un mio amico mi ha detto che i suoi pici all’asilo si insultano con gli altri così :”tu sei berlusconi!” “no, tu sei un berlusconi!”
per bon.
ecco, appunto, i bambini recepiscono il tutto come un dato di fatto, pensa mio figlio piccolo di 5 anni, nonostante i filtri di noi genitori, crede che berlusconi sia un’entità onniscente e onnipresente. in effetti onnipresente lo è.
I miei figli guardano solo i cartoni animati di sky. Ho scelto per loro solo questa lobotomia.
Già il pensiero di sentire la parola “Berlusconi” nei discorsi di una bimba mi fa inorridire… ma vabbè, verba volant…. però vederla scritta su un pezzo di carta con le righine azzurre mi fa tanto scena da film horror. In ogni caso, tua sorella ha dimostrato per l’ennesima volta di essere un’acuta osservatrice del mondo che le sta intorno.
Credo che sia un mondo in cui essere acuti osservatori non giovi.
sarebbe da vietare la politica nazionale durante i TG serali perché ormai Rocco Siffredi è un dilettante a confronto con il Berlusconi. Ogni giorno che passa ringrazio il cielo che la mia nipotina di 5 anni non mi venga a chiedere:”Zio, cos’è il bunga bunga?” Che cavolo gli rispondo? Forse gli risponderò che è un’altra versione della pu pu…
La mia generazione è cresciuta con il Ballo del Qua Qua, dove la felicità era sotto il braccio…. l’attuale con il Bunga Bunga, dove la felicità sta sotto, lì… in mezzo al…. prato.
Io penso a quei bambini che verranno – magari anche i miei stessi figli – e che dovranno lavorare anni interi per scrostarsi di dosso non tanto un Berlusconi che mi auguro non sarà più in quei tempi, quanto gli strascichi del berlusconismo, che saranno lungi a scomparire in una qualche quiescenza infine raggiunta.
Del resto un corpo malato a causa di un agente patogeno, tale risulta anche dopo sua rimozione, perché l’effetto di ogni causa (natura docet, a proposito di conservazione dell’energia, entropia ed irreversibilità di processi termodinamici) quasi mai scompare con la soppressione del principio che l’ha determinato.
Un altro ventennio di convalescenza, per questa nostra povera Patria. E se lo prendono dritto dritto sul groppone – senza sconti, abbuoni o dilazioni – i figli che verranno. Con i loro astucci, gatti e vasi di fiori.
Io mi auguro che si tratti di convalescenza, e non di un coma farmacologico. Non siamo più coscienze vigili.
Concordo con Gabriele: questo aneddoto dimostra che non basta una vita per estirpare certi tumori.
P.S. Mia nipote, di 7 anni, mi ha detto di voler fare la velina. Prevedo un futuro da parlamentare.