Metropolitana in viaggio verso Stazione Centrale.
Bambino sui tre anni: sportivetto, biondino e riccioluto.
È seduto vicino al papà e (con passione da vero ricercatore devo dire) sta esplorando la conformazione del suo naso e la profondità della sua narice.
“Piero, no!”
Dito nel naso.
“Piero ti ho detto no!”
Dito nel naso.
Il papà gli prende la mano e gliela allontana, poi gliela lascia.
Dito nel naso di nuovo.
“Pierooo! noooooo!!!!!”
Di nuovo il papà gli prende la manina. Lui si svincola e si mette lo stesso dito in bocca.
“Pierooooooooo! ma cosa faiiiiiii!??… vedi qualcuno con le dita nel naso qui?!? guarda!! c’è qualcuno che fa come te? C’È?”
Il bambino riflette per qualche secondo e poi annuisce indicando orgogliosamente (lascio immaginare con quale dito…) il vecchietto seduto di fronte lui.
Il vecchietto non so bene per quale motivo prende male la pesante accusa del treenne, per cui scuote la testa turbato ed esclama: “No piccolino! non ce le ho mica le dita nel naso io! e non va per niente bene che dici le bugie… io non le ho le dita nel naso come dici! no no no carino! no no no!“
Il padre guarda il vecchietto un po’ sorpreso e perplesso.
A quel punto io, da qualche sedile più in là, mi chiedo perché molto spesso quando vedo un bambino rimproverato scopro che intorno a lui ce ne sono molti altri di altissima statura.
Il bambino smette, ma si incupisce.
Poi guarda il vecchietto con odio, rimette furtivamente il dito nel naso e incrocia le mani dietro la schiena con aria furbissima.
Vecchietto: “Eh cosa vuole non sono più ubbidienti come una volta…. ai miei tempi prendevi una sberla se eri così maleducato… ma poi alla fine capivi eh… altroché se capivi…”
Il papà sorride forzatamente un po’ preoccupato e poi accarezza il bambino con fare protettivo.
Il piccolo è immobile. Lucido. Estremamente concentrato.
Il vecchietto lo guarda, e insiste:
“Sei un bambino disubbidiente sai!? lo fai arrabbiare sempre così il tuo papino?”
Il bambino lo guarda dritto negli occhi.
La metropolitana si ferma. Il papà cerca la manina del bambino per scendere. Il piccolo come una scheggia si dirige dritto verso il vecchietto, tira fuori il suo ditino magico e gli spalma una caccola gigante sul pantalone.
La sistema anche ben bene. Lo guarda per qualche secondo, gelido come la vendetta.
Poi torna indietro e dà la mano al padre, pronto per uscire.
“Pie… Piero… ma cos’hai fatto?!?!”
Microclisma: Quando un piccolo bambino riccioluto è in fase di ricerca e ti chiede un po’ di sana complicità nonnino… è sempre meglio concedergliela.
Questa perla pedagogica ho regalato al vecchietto, porgendogli un fazzolettino di carta…
ahahahah culto 😀
Marta,
è un pò che non prendo la metro…
Ti confesso che non sò chi mi è più antipatico…
il vecchietto direi che si merita un bel 9.
ma anche il bimbetto di 3 anni credo che un bel 9 ci stia tutto (ha delle ottime possibilità di diventare, da “grande”, rompicoglioni come il nonnetto)
il papà forse è il meno grave, un 7 (anche se andrebbe approfondito).
Comunque mi hai convinto che la metro è meglio evitarla.
Gli sta bene!!! Grande scapperatore!